Màmera – La storia nascosta degli Jenisch

è una serie podcast prodotta da Associazione REC che racconta una vicenda di discriminazione che ha colpito centinaia di famiglie Jenisch in Svizzera. Questo audio documentario in sette episodi riapre una ferita storica, mai davvero rimarginata.

pagina in costruzione / online da ottobre 2025

MAMERA indaga un capitolo poco conosciuto della storia svizzera. Tra il 1926 e il 1973, il programma “Kinder der Landstrasse”, promosso dalla Fondazione Pro Juventute e sostenuto dalla Confederazione, tolse con la forza centinaia di bambini jenisch alle loro famiglie. Dietro questa operazione si celava un progetto eugenetico, volto a cancellare l’identità di un intero gruppo nomade. Una serie podcast in 7 episodi che riporta alla luce questa  drammatica storia di discriminazione attraverso testimonianze, documenti e riflessioni, mettendo a fuoco una ferita collettiva e un passato che interpella il presente.

  1. Mi chiamo Uschi
  2. Vite indegne
  3. Bugiarda per natura
  4. Buona stirpe
  5. Rom raus
  6. Mariella Mehr
  7. La mano cattiva

Il podcast Màmera è stato realizzato con il prezioso sostegno di: Ufficio federale di giustizia, Ufficio fondi Swisslos del DECS e del Servizio per l’integrazione degli stranieri tramite il Programma d’integrazione cantonale PIC, Fondazione Diritti Umani, Fondazione Svizzera per la radio e la cultura, Fondazione Un futuro per i nomadi Svizzeri, La Mobiliare, Fondazione Weak Ends, Citta di Lugano, Radio Gwen.

CONTATTI
– Scrivici a
mamera.podcast at gmail.com (oppure contatta la produzione)
– Per approfondire i temi trattati visita: rec.swiss/mamera

CREDITS:
Ideata e scritta da Taty Rossi. Montaggio e consulenza narrativa  Agnese Làposi. La sigla, le musiche originali, il sound design sono di Victor Hugo Fumagalli. La cura editoriale è di Olmo
Cerri. La foto di copertina è di Klaus Petrus. La grafica è di Ricardo Torres.

Con:
Uschi Waser, Paolo Bernasconi, Emmanuel Betta, Thomas Emmenegger, Ermete Gauro, Ilario Lodi, Anna Ruchat.
Si ringrazia Rosalita Giorgetti.